Da El Naranjo Frontera : Progetto ‘Casa di salute’

Da El Naranjo Frontera (Petén) –

Lettera dei promotori di salute – 8 Aprile 2015

Cari amici Paolo, Francesca e membri della ‘Giostra del Sorriso’ (Italia),
vi salutiamo con grande stima, augurandovi che il Dio della Vita vi conceda tanta pace nel cuore e in famiglia, e grandi risultati nel vostro lavoro quotidiano a favore dei poveri.
Qui in Guatemala siamo nell’anno delle elezioni del nuovo governo, e sono molti i partiti politici che stanno già facendo campagna elettorale. Come sempre fanno molte promesse che rimangono poi incompiute. I servizi di base sono ancora molto carenti, perciò la nostra situazione di vita resta sempre difficile.
Noi contadini stiamo facendo ora la raccolta del mais, ed allo stesso tempo stiamo iniziando a preparare la terra per la nuova semina che faremo in inverno.
Come promotori di salute, stiamo continuando il programma con consulti generali e servizio dentistico. Il nostro gruppo ha quasi finito di preparare il primo corso di laboratorio che terremo la prossima settimana ai nuovi promotori di primo livello.
Grazie per l’appoggio che offrite ai nostri programmi, perché è la fonte di sostentamento che ci aiuta a realizzare quasi l’intero lavoro. Vi assicuriamo che ci ricordiamo sempre di voi, con la mente e con il cuore, durante ogni attività.
Approfittiamo per ringraziarvi anche per aver organizzato e sostenuto la visita degli amici italiani a El Naranjo, dove abbiamo condiviso le nostre esperienze riguardo alla realtà in cui viviamo e al lavoro che svolgiamo come promotori di salute. Anche loro sono stati molto contenti di aver potuto vedere ciò che facciamo come contadini e come promotori alla clinica. Ci ha impressionato la loro grande dimostrazione di solidarietà nei confronti dei poveri di varie parti del mondo. Che Dio vi benedica tutti.
Saluti ed abbracci da parte dei promotori di salute di El Naranjo Frontera.

Gruppo dei Promotori di salute


Presentazioni dei promotori di salute

JOSE’
Ciao sono Josè, ho 40 anni, sono guatemalteco, sono nato in un villaggio di nome Buenos Aires (dipartimento di Izabal, Municipio di Morales) nell’ anno 1968. I miei genitori ebbero una grande famiglia, 11 figli di cui 2 morirono. Io non sono andato a scuola quando ero piccolo, imparai un poco a leggere e scrivere in casa. A 22 anni mi sposai con mia moglie Margarita. Con lei ho avuto 7 figli, 5 riesco a mandarli a scuola. Una studia magistrali, uno studio studia in un liceo, una studia alle medie e due bimbi alla scuola elementare. La scuola però non è vicina per tutti e uno deve stare via per tutta la settimana. Io lavoro in un campo agricolo con mais e fagioli. Oltre al mio lavoro per sostenere la mia famiglia sto collaborando come promotore di salute insieme ad un gruppo di compagni e compagne. Le attività che facciamo sono: due giorni di visita durante la settimana nella casa di salute, visitiamo nelle nostre case, visitiamo gli altri villaggi con giornate specifiche. Un giorno al mese visitiamo i diabetici e li medichiamo e durante l’ anno partecipiamo ad ulteriori corsi di approfondimento per rinforzare e attualizzare la nostra preparazione di tre anni. Questo è un buon programma di salute. Lo so che per voi che leggete è difficile capire quello che vi racconto però qui il servizio di salute che offre il governo è pessimo: i posti di salute e gli ospedali sono lontani ed hanno poche e care medicine. E per questi motivi che quando Dio ci chiama attraverso le persone malate noi ci sentiamo impegnati a dare questo servizio alle persone più bisognose e povere del nostro paese. Però questo non lo facciamo da soli, lo facciamo con l’ aiuto di Dio e con l’ aiuto e la collaborazione di persone generose che vogliono portare il proprio granello di sabbia per l’ esistenza di questo programma di salute.
Con gioia e soddisfazione, testimonianza di Josè

VICTOR
Cari amici italiani, mi dà molto piacere salutarvi attraverso questo scritto, vi auguro una buona riuscita per il lavoro di ogni giorno. Vorrei raccontarvi che sono un promotore di salute abilitato per aiutare la gente più bisognosa di questo paese. Io sono nato in Honduras e dovetti migrare in Guatemala nel 2003 dove, per grazia di Dio, ho conosciuto suor Enza e mi colpì molto come accudiva e curava la gente malata anche perchè io stesso fui suo paziente. Io sono un ‘campesino’ (contadino) e lavoro la terra ‘chapcando’ (pulendo la terra dagli arbusti con il machete) e coltivando mais e fagioli principalmente. Divenni promotore di salute con dei corsi che durarono 3 anni e oggi dò consulenza nella casa di salute del Naranjo che è una clinica dove lavorano dei volontari sanitari per i più poveri. Lavoro anche per aiutare la mia famiglia che è molto povera però sono molto contento. Ho anche altri impegni, sono volontario nel programma di una radio dove cerchiamo di parlare alle famiglie di temi come educazione, salute, terra, diritti umani, sicurezza, accordi di pace e altro. Quello che mi aiuta è Dio.Vi mando un forte abbraccio e che Dio vi sostenga , se desiderate visitare la nostra casa di salute sarete i benvenuti! A presto.
Con molto affetto, Victor

MAXIMINO
Vi saluto affettuosamente dal Petén – Guatemala.
Sono Maximino Aldana, promotore e rappresentante del programma di salute della Parrocchia nostra Signora di Guadalupe. Vi auguro la benedizione di nostro Signore e della Vergine Maria e che tutto proceda bene nel vostro lavoro quotidiano. Per mezzo di Francesca vi faccio arrivare questa lettera di saluto. Vorrei raccontarvi che in questi 7 anni ho lottato per imparare ad aiutare i malati perchè sono povero e non ho fondi nè soldi, però nonostante ciò sono disposto ad andare avanti in questa lotta visitando tutti quelli che mi cercano. Siete molto gentili a potermi aiutare con un pò di fondi economici perchè ho i miei figli che stanno studiando ed a volte non ho abbastanza soldi per comprare tutto quello che serve loro per studiare.
Vi saluto, il promotore Maximino

MARIO
El Naranjo Frontera (La Libertad) – Petén – Guatemala
Apprezzati amici italiani, che piacere potervi salutare con questa lettera e conoscervi, non di persona ma per il buon cuore che solidarizza con noi che siamo gente povera. Approfitto per ringraziare per le medicine che ci avete mandato, ci hanno salvato da alcune emergenze, visto che ormai non ne avevamo più; io sono l’incaricato di fare l’elenco delle medicine quando stanno per finire e provo molta preoccupazione quando tardano ad arrivare e le scorte iniziano a diminuire. Molta gente malata e povera apprezza e approfitta del servizio. Vorrei raccontarvi che oltre il mio lavoro come promotore di salute appoggio la Parrocchia come incaricato per il recupero della memoria storica (Progetto Remhi) in una terza parte delle 160 comunità della Parrocchia. Appoggio anche un gruppo di 28 studenti di “Basico” (scuola media) dell’ istituto guatemalteco di educazione radiofonica (Iger) nella mia comunità, come maestro orientatore. Lo faccio come volontario, però a volte è dovuto alle esigenze che si creano a causa della povertà che viviamo nel nostro Paese. Questa settimana iniziamo le visite nelle comunità dei compagni promotori con consulta generale e fluorificazione dentale per i bambini. Anche in marzo faremo giornate di deparassitazione intestinale e fluorificazione dentale. Grazie per averci donato le medicine, questo è stato utile a noi e ad altri bisognosi. Che Dio vi benedica e vi aiuti nel vostro lavoro.
Grazie, saluti. Attentamente, Mario

Da El Naranjo Frontera (Petén) –
Relazione della Dottoressa Kate Feibusch (di Concern America)

Mercoledì mattina abbiamo studiato gli avvelenamenti, e tutti gli studenti erano molto attenti. Abbiamo iniziato con l’ascoltare le loro esperienze. Ero pronta a sentire di avvelenamenti accidentali dovuti allo stoccaggio disattento di prodotti chimici, ma la maggior parte delle storie erano suicidi, perfino la madre di uno dei nostri organizzatori più importanti. Continuavo ad aspettare il lieto fine, ma senza averne uno. Una storia, però, aveva un lieto fine. Era la storia di cui facevo parte anche io. Quello che sapevo era che un giovane era stato trovato con le convulsioni di fronte alla chiesa del paese. Era stato portato al centro di salute e l’infermiera mi aveva chiamata per chiedermi aiuto. Con le pupille come spille e gli abiti impregnati di sudore, questo paziente mi ha insegnato quello che ora so sull’avvelenamento da fosfati organici. Lo abbiamo riempito di tutte le atropine che avevamo e lo abbiamo portato in ospedale. Non ero mai riuscita a scoprire quello che gli era successo, ed ero sicura che fosse morto.  Quando Guadalupe ha iniziato a raccontare una storia dalla sua comunità, ho riconosciuto il paziente. Salta fuori che il giovane era gay. Rigettato dai suoi amici ed isolato nella sua comunità agricola, vedeva il suicidio come unica via di fuga. Guadalupe mi ha detto che il giovane si era rimesso e che ora vive a Città del Guatemala. Non credo che gli organizzatori abbiano visto le lacrime nei miei occhi quando ho ringraziato Guadalupe per avermi raccontato il resto della storia. Sono sicura che il ragazzo sia molto più felice in città! Il resto della settimana è stato speso a parlare di altri argomenti critici come ascessi, bruciature, affogamenti e morsi di serpenti. Più tardi ci hanno detto che anche il paziente di martedì era sopravvissuto. Tre giorni dopo la fine del corso, la moglie di Victor, Isabel, è stata la prima a mettere in pratica le sue nuove conoscenze. Eravamo a seduti a tavola per il pranzo dopo un lunedì particolarmente indaffarato alla clinica, quando un altro volontario, Faustino, è arrivato con la mano bendata. Ci è voluto un po’ a convincerci che non era uno scherzo, ma Faustino si era davvero tagliato la mano mentre lavorava nei campi. Incapace di auto-suturarsi, è stato per 4 ore sul retro di un pick-up per tornare alla clinica (si era fermato a casa di Martin – a solo due ore da dove vive – ma Martin non era in casa). Consigliata da suo marito ed incoraggiata da Faustino (“Fallo e basta!”), Isabel ha fatto un lavoro fantastico, anestetizzando, lavando e suturando la ferita, usando una tecnica sterile impeccabile. La cicatrice è quasi invisibile. Isabel non è stata l’unica ad applicare le nuove tecniche apprese. Abbiamo lasciato del tempo ai volontari di condividere le storie delle loro prime suture durante il secondo corso. Molti hanno parlato di mani che tremavano e sudori freddi. Un paio hanno pregato Dio che le ferite non si infettassero. Uno si è sognato di una ferita che si infettava ed è corso a casa del paziente il mattino dopo. Due giorni dopo il giorno in cui Isabel ha suturato Faustino, lui ha accompagnato un altro paziente ferito ad un volontario che vive ad un’ora da lui. Non poteva suturare egli stesso a causa della mano bendata, ma ha seguito Doña Lila durante la procedura (tra parentesi, Faustino e Lila sono i meno istruiti del gruppo, entrambi con solo con la licenza elementare, ma ora sono ovviamente pronti a fare un impatto positivo sulla sanità nei loro villaggi remoti). In totale, il gruppo ha fatto 25 suture e si è preso cura di un morso di serpente nelle sei settimane dopo l’ultimo corso. Uno di questi casi era mio. Dopo un corso di sutura, ho portato a casa un kit, immaginandomi che avrei potuto aver bisogno di suturare ad un certo punto, quando magari non avevo voglia di trascinarmi fino alla clinica. Una notte, dopo il tramonto, una famiglia è arrivata con un ragazzino di sei anni che si era squarciato il retro della coscia contro un chiodo. Ho messo i ferri a sterilizzare ed ho iniziato a lavorare con lo stesso problema logistico che ogni organizzatore deve affrontare: meglio lavorare sul letto o sul tavolo da cucina? Ho optato per il tavolo e mi sono messa al lavoro. Toby e Cati (le figlie della dottoressa, ndr) erano le mie assistenti. Entrambe sapevano come aprire i materiali usando la tecnica sterile, e Toby ha anche offerto la voce dell’orsetto piccolo nella fiaba di ‘Riccioli d’Oro ed i tre orsi’ che stavo usando per distrarre il bambino. Alla fine, mi sono resa conto che venivano da una comunità dove avevamo una nuova volontaria. “Perché non siete andati da Jenny?” ho domandato. “Sa suturare? Non lo sapevamo!”. Ci siamo messi d’accordo sul fatto che Jenny avrebbe estratto i punti dopo una settimana.  Quella notte ho buttato la bottiglia di soda che usavo come contenitore di aghi contro il muro della cucina, e il giorno dopo ho fatto annuciare a Victor via radio i luoghi dove operavano gli organizzatori appena abilitati.

Training di volontari a livello avanzato: I volontari con livello avanzato si incontrano una volta ogni due mesi per studiare un argomento medico, organizzare I loro turni e discutere dei problemi pertinenti all’organizzazione della clinica. In questo trimestre mi sono concentrata sul trattamento di molte malattie croniche e tecniche come usare una lista di problemi per tenere traccia dei dettagli, in particolare quando un team di volontari sta curando un solo paziente. Ogni tanto, anche io mi sono resa conto di quanto fosse radicale l’idea di insegnare a dei contadini moderatamente letterati a scrivere liste di problemi medici che includono insufficienza cardiaca e diabetici dipendenti dall’insulina. Ma, particolarmente con queste malattie croniche, se non lo facessimo, semplicemente non verrebbe mai fatto. Avevo il sentore che i volontari a livello avanzato non avessero abbastanza ore di insegnamento, quindi, l’anno scorso, con il loro permesso, ho iniziato a parlare di mini-argomenti, dopo pranzo, quasi tutti i giorni della clinica. Tenete a mente che di solito facciamo la pausa pranzo alle 14:30, e dobbiamo ancora spazzare e pulire la clinica, bruciare la spazzatura, e lavare i bicchieri per l’urina per prepararci al giorno dopo, quindi non ero sicura di come le persone avrebbero reagito con un’altra cosa da fare. Non mi hanno delusa. Volontari dedicati e discenti interessati, hanno ascoltato con attenzione e fatto domande durante questi piccoli gruppi di discussione. Se saltiamo un giorno, è inevitabile perché io sono troppo stanca, non perché lo siano loro.

Il censo dei pazienti: Abbiamo fatto qualcosa di nuovo questo trimestre. Tutti e quaranta i volontari hanno contato tutte le visite con i pazienti durante un periodo di una settimana, per vedere quanta attenzione stiamo dando alla regione. Abbiamo contato sia pazienti visti nella clinica che nelle case dei volontari. Il totale? 411 pazienti visti in 20 diverse comunità remote, inclusi 154 visitati nella clinica a El Naranjo. Non male per dei volontari! Particolarmente interessante erano le statistiche di Lagunitas, un villaggio qui vicino con 3000 abitanti. Cinque anni fa, quasi tutti i pazienti che arrivavano alla clinica a El Naranjo venivano da Lagunitas. Ora, è raro che qualcuno paghi $1.50 per il biglietto del viaggio fino alla clinica. La ragione? Adrian e Alejandro. In due hanno curato 50 pazienti nelle loro case durante la settimana dove abbiamo tenuto il conto dei pazienti. Entrambi sono agricoltori di sussistenza con famiglie numerose da sostentare. Vanno dai pazienti nel pomeriggio, dopo essere ritornati dai campi. Questa è una chiamata al servizio, non un tentativo di fare soldi, anche se uomini di bassa morale potrebbero provarci. Adrian e Alejandro si fanno pagare tanto quanto noi : una simbolica quota di 25 centesimi per paziente.

Vita di famiglia: I bambini hanno ricominciato la scuola in gennaio. Cati è in prima e Toby in terza. Ho smesso di insegnar loro a casa quando ho voluto che si annoiassero a scuola. Nei giorni della clinica, alcune volte vengono ad aiutare, facendo spazio ai pazienti e contando le pillole. Mi piace che possano vedere di persona quello che facciamo. Durante i corsi, so che sto facendo un buon lavoro quando anche le mie figlie lo trovano abbastanza interessante da voler rimanere a guardare. Altrimenti giocano, giocano, e giocano ancora un altro po’. Credo siano molto fortunate – spero che un giorno se ne renderanno conto!
Vi mandiamo tante benedizioni, Kate Feibusch, Toby e Cati

 

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